NTC 2018: “Azioni sulle Costruzioni” – Tutte le novità delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni
Qui di seguito è riportata la trascrizione del terzo capitolo dell'eBook di LabTecDesign – Tutte le novità capitolo per capitolo delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni – NTC2018 con l'integrazione della Circolare Esplicativa n.7/2019.
Contents
Capitolo 3 – Azioni sulle costruzioni
3.1.4 – Sovraccarichi
È stata riordinata e rivista la classificazione dei Sovraccarichi Variabili (TAB 3.1.II) con l’aggiunta delle scale e balconi nelle Categorie d’uso A,B,C e D con qk =4 kN/m 2 (quindi associati a ciascuna categoria); (nelle NTC 2008 erano nella categoria ‘C2’). Di conseguenza nel calcolo cambiano le masse sismiche.
Esempio: scala in una struttura residenziale
- NTC08 -> Cat.C2 -> ψ2j =0,6
- NTC18 -> Cat. A -> ψ2j =0,3
- Ridefinizione dei carichi relativi ad ambienti quali gli ospedali;
- Inserimento di un valore minimo di carico per autorimesse e parcheggi.Introduzione di due nuove categorie di carico I e K per le coperture praticabili e con impianti o eliporti.
3.2.2 – Categorie di sottosuolo e condizioni topografiche
- Sono state riformulate le Categorie di Sottosuolo in modo da eliminare alcune lacune presenti nelle NTC2008 nella definizione delle categorie (A,B,C,D,E) in funzione della velocità di propagazione delle onde di taglio Vs.
- La caratterizzazione sismica del terreno deve essere svolta prioritariamente attraverso la misura diretta della velocità delle onde di taglio Vs (non è più presente la classificazione in funzione di NSPT e Cu).
- Sono state eliminate le cat. di sottosuolo S1 e S2 precisando che per Vs <100 [m/s] occorre sempre svolgere un’analisi di risposta sismica locale.
- Profondità del substrato del Suolo E non superiore a 30 m (nelle NTC2008 era 20 m).
- Sono fornite inoltre precisazioni sulle Azioni: ● Vento (CNR DT 207); ● Neve; ● Termiche; ● Sismiche.
- Sono altresì precisate le condizioni sulla valutazione delle: ● Azioni Eccezionali; ● Incendio di progetto
C.3.3.7 – C.3.3.9 —- CIRCOLARE 21 gennaio 2019, n. 7 del C.S.LL.PP.
La sostanziale differenza con la Circolare del 2009 riguarda la trattazione delle metodologie di calcolo per la stima dei coefficienti aerodinamici relativamente al carico da vento.
La principale novità è l'introduzione di due coefficienti locali, che consentono una rappresentazione più realistica del campo di pressione che si instaura sulle superfici delle costruzioni e che possono essere impiegati in alternativa ai coefficienti globali.
La norma riporta due differenti coefficienti locali:
- cpe,10: pressione locale agente sugli elementi con area di incidenza maggiore o uguale a 10 mq;
- cpe,1: coefficiente di dettaglio, quantifica quella relativa ad aree di incidenza minori o uguali a 1 mq.
Nella Circolare sono riportati dettagliatamente i metodi per ricavare le tre tipologie di coefficienti aerodinamici relativi a edifici:
- a pianta rettangolare
- a pianta circolare
- con copertura piana, a falda, inclinata, a volta, sferica, ecc…
I valori dei coefficienti globali utilizzabili fino all'entrata in vigore delle NTC 2018, a differenza di quanto accade oggi, erano dipendenti esclusivamente dall'inclinazione rispetto all'orizzontale della superficie di analisi.
Introduzione della trattazione dei coefficienti di pressione relativi alle pareti verticali di edifici a pianta rettangolare (C.3.3.8.1.1) e del concetto di altezza di riferimento per le facciate sopravento (C3.3.8.1.1.1).
Per il coefficiente aerodinamico relativo alle pareti verticali di edifici a pianta rettangolare (non era esplicitamente riportato nella precedente versione della Circolare) si individua un coefficiente globale che varia in funzione:
- delle dimensioni della parete;
- della posizione rispetto alla direzione del vento
i valori sono diagrammati in base del rapporto h/d.
- h = l'altezza del manufatto
- d = profondità dell'edificio, valutata parallelamente al flusso di vento
L'altezza di riferimento tiene conto del fatto che nella realtà la distribuzione altimetrica della pressione del vento sulle pareti della costruzione non è uniforme, come si ricava invece attraverso il coefficiente di esposizione.
È opportuno, quindi, calcolare la pressione cinetica di picco in corrispondenza di un punto posto ad una quota di riferimento z_{e} tale da consentire la stima, della risultante delle pressioni agenti sulle pareti verticali dell'edificio.
Per gli edifici bassi, caratterizzati da un'altezza h minore della dimensione in pianta ortogonale al flusso del vento b, l'altezza di riferimento si assume costante e pari alla quota in sommità dell'edificio (z_{e} = h). Ne consegue che in fase di calcolo la distribuzione altimetrica della pressione del vento è assunta costante.
Per gli edifici alti, tali che risulti h ≤ b e b < h < 5d, si definiscono due zone distinte, all'interno della quali si può ancora assumere una pressione uniforme. Nella prima, che si estende sino alla quota z = b, l'altezza di riferimento è z_{e} = b.
Sono trattate tutte le tipologie di edifici ed elementi strutturali più diffusi: coperture, tettoie (C3.3.8.2), edifici a pianta circolare (C3.3.8.3), torri e tralicci (C3.3.8.7) ecc…
La valutazione dei coefficienti di pressione relativi alle coperture si differenzia a seconda della geometria.
Per ogni tipologia sono riportati i coefficienti globali e locali da utilizzare in fase di progetto, differenziati in funzione delle dimensioni e geometria dell'elemento e dalla direzione del vento (ortogonale o parallela).
La circolare del 2009 faceva riferimento, invece, ad un unico grafico di carattere generale.